Ma perché dobbiamo avere un obiettivo per forza?
Obiettivi da raggiungere e obiettivi attraverso cui guardare

C’è questa specie di pressione sociale ad avere tutti noi uno scopo, una meta o, appunto, un obiettivo.
A volte mi chiedo se sia utile dover essere sempre in procinto di dover raggiungere qualcosa. In un mondo dove tutto poi deve essere condivisibile e, quindi, apprezzabile dagli altri, che obiettivi potremmo mai porci? (Domanda moralmente retorica).
La spinta a raggiungere i propri obiettivi è una spinta ad averne e ad averne di belli. Come a intendere che ciò che abbiamo non possa esser bello di per sé.
Sia chiaro: ragionare per obiettivi in ambiti aziendali o sportivi è cruciale, ma nella vita quotidiana?
Gli appassionati delle teorie del complotto ci potranno vedere l’interesse a farci diventare tutti bisognosi d’essere più ambiziosi per diventare bisognosi di avere qualcos’altro. I “bisognosi d’avere” sono degli ottimi consumatori di oggetti e servizi. Ma le teorie del complotto sono prodotti altrettanto modellati per essere ben venduti e far fatturare.
E così molti si trovano disarmati e persi, non perché non riescano a raggiungere i propri obiettivi, ma perché non ne hanno. Non hanno una chiara idea di che lavoro vogliano fare a 35 anni quando ne hanno ancora 20; non hanno l’obiettivo di rivoluzionare la loro vita da qui ai prossimi 2 anni; o non sanno ancora dove vivranno tra 5… prima che gli facessero la domanda, non ci pensavano nemmeno, dovevano solo andare a fare la spesa, ma poi cominciano a vedere tutti i difetti della situazione che stanno vivendo.
E ci sentiamo mancanti, forse anche un po’ inutili, come se la nostra vita senza un chiaro obiettivo valesse un po’ meno. Come se gli altri sapessero già la propria strada, come se tutti dovessero sapere già la propria strada e, quelli che non hanno una passione forte e totalizzante per un particolare lavoro, o per un particolare sport o hobby… che senso hanno in questo mondo?
Tranquilli, siamo diversi:
Non tutti nascono da piccoli volendo vincere i mondiali di calcio e continuano a volerlo dopo i 15 anni. Non tutti sognano di reinventare il computer o rivoluzionare il modo di comunicare su internet. Pochi hanno un lavoro che li appassiona e che richiede continue innovazioni.
E anche questa gente qui, nel resto della vita, non sempre ragiona per obiettivi come intendiamo noi. C’è chi voleva giocare il mondiale e poi si trova a fare l’allenatore dei pulcini o l’allenatore della Nazionale del 2006; c’è chi voleva reinventare il computer e poi fa il riparatore di stampanti o è a capo della più grande azienda di navigatori satellitari al mondo.
C’è chi per camminare necessita principalmente di una bella meta, chi un buon compagno di viaggio, chi delle comode scarpe.
Forse chi raggiunge cose importanti nella vita (soldi, felicità, fama, la capacità di amare ed essere amato o di intagliare il legno) ha saputo lavorare su tutti gli aspetti, ma non siamo tutti Napoleone o Steve Jobs e nella nostra quotidianità non è tanto cosa vogliamo raggiungere nel mondo, ma come guardiamo il nostro vivere nel mondo.
Credo sia più utile conoscere il nostro modo di vedere le cose che accadono e ci accadono. Capire e migliorare il nostro modo di interpretare le cose. Approfondire i nostri punti di vista, le nostre distorsioni e riflettere su come vorremo fossero.
Intendere quindi gli obiettivi non come mete, ma come quelli della macchina fotografica.
Capire bene le funzionalità dei nostri modi di vedere, averne molteplici a disposizione e saperli cambiare in base al contesto.
Magari non sapremo dove saremo il prossimo anno, nemmeno cosa avremo, ma possiamo lavorare su come guarderemo la vita nel prossimo anno.
Gli obiettivi su cui voglio lavorare, non sono le cose che otterrò dal mondo, ma le lenti attraverso cui lo guarderò. Il modo in cui guardo il mondo, lo porterò sempre con me: qualunque cosa abbia in tasca, qualunque cosa stia facendo. C’è chi riesce a diventare ricco e famoso ed essere gentile con gli altri come ha sempre creduto giusto essere, ed entusiasmarsi ancora per una nuova idea. Questo “obiettivo” può essere raggiunto anche da chi poi non comparirà sulla copertina di un giornale o avrà 1000 mi piace su facebook o non sa ancora cosa gli riserverà la vita.