Brevi storie di chi ha colto i propri frutti

Negli anni sono arrivate numerose testimonianze e ringraziamenti… Per lo più di persona. Per molto tempo sono state conservate gelosamente tra i ricordi cari.

Poi ad un incontro aperto al pubblico, al termine della mia presentazione di MeLab, un’ex partecipante si alza in piedi: “Posso dire una cosa?”

E credendo la dicesse a me, rispondo “Certo”

Si avvicina, si gira verso il resto della sala e racconta la sua storia, la sua esperienza di MeLab. Così a getto. Quelle parole hanno significato per gli ascoltatori molto più delle mie e, quindi, qui ho cercato di portarne altre, in modo, che altri potessero spiegare meglio di me, cosa sia MeLab.

Buona lettura

Luca Bidogia.

Una volta ogni tanto è sempre più di mai

Sentirsi parte del gruppo. Da subito. Io sono subentrata quando erano già stati fatti alcuni incontri. Loro già si conoscevano. Loro avevano già fatto gruppo. Ed io non sono brava ad inserirmi. Fin da piccola. Quindi con una certa ansia mi avvicino al cancello. Pensavo a quale approccio sarebbe stato efficace. Per non farmi risultare da escludere. Ero pure in un periodo della mia vita imbronciato. Pensavo che mi sarei sentita fuori. Fuori dal gruppo. Fuori dai discorsi. Fuori dai giochi. Fuori… di testa.
Entro e qualcuno ha portato i biscotti. “Qui è tutto molto informale” mi viene detto “ma non per questo meno serio”.
E rimango un po’ così… spiazzata. Non è quello che mi aspettavo.
Cominciano a chiedersi “Allora, avete mantenuto i propositi con cui vi siete lasciati l’anno vecchio?”
Io penso “le solite cazzate”.
Invece Lui comincia a disegnare delle scale e a raccontarci. Come ci si dovrebbe porre nei confronti degli obiettivi, se si vogliono raggiungere. Quali caratteristiche devono avere gli obiettivi per poter essere raggiunti. E la scala.
E sentirsi fieri anche se si è salito solo il primo gradino. Che “una volta ogni tanto” è sempre più di Mai. E questa “volta ogni tanto” ogni tanto diventa “spesso” e “spesso” diventa sempre più spesso… A volte capita che poi si torni a capo.
Ma aver fatto mezza scala una volta, è meglio di non essere riuscito a farla mai. Allora poi ci riprovi.
Il segreto della perseveranza, io che perseverante non lo sono mai stata, è riuscire a sentirmi soddisfatta del “mezzo obiettivo”. Cioè anche quando non sono perseverante, ma continuare a provare ad esserlo fino a che ci provi così spesso da diventarlo.
La figata… è che questa scala e questa mentalità vale per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.
E no. Non c’è solo teoria. Ci fa prendere un quadernetto e via… scrivere… pensare a quali sono i nostri obiettivi. Se corrispondono alle caratteristiche che dovrebbero avere. Pensare a quali scalini ci sono in mezzo. Per sentirsi soddisfatti.
Condividere se vogliamo, solo se vogliamo. Davvero qui non è necessario condividere. Il discorso prosegue comunque. Tu puoi confrontarti con te stesso. Solo se lo vuoi, poi, con gli altri.
Sentirmi parte del gruppo…dicevo. Questa è stata la cosa più bella.
Ed era solo il mio primo giovedì.

È più di una sensazione… Consapevolezza?

“Caro Luca,

è un piacere confrontarmi con te. Desidero raccontarti cosa mi è accaduto ieri. Dopo averti scritto la mail, tornando in treno dal lavoro, ho deciso che sarei andata a farmi una bella camminata, di quelle rigeneranti al sole e all’aria aperta, che io amo tanto da sempre. Camminando, sulla via del ritorno, di colpo mi è “arrivata” questa sensazione, che è più di una sensazione… Direi quasi un’idea? Una consapevolezza? Beh… Chiamiamola come vogliamo, di fatto è come se avessi formulato di colpo un qualcosa che è vero per me.

E questa “verità” che mi è “arrivata” ieri diceva più o meno questo: “ma ‘sta cosa dell’arte di vendere… Non è che è tutta una marea di cazzate, in realtà? B., tu sai capire le persone… Il tuo approccio è sincero… Perlopiù è difficoltoso, spesso, e la difficoltà arriva da dentro, o meglio… Dalla tua testa. Tu parli con la testa, alle persone, per paura di sbagliare… E le persone lo sentono. Le migliore “vendite” le hai realizzate nei momenti in cui eri tranquilla… E sei andata via liscia, facendo parlare il cuore, più che la testa, più che il “controllo”… Il problema è la tua identità… Come tu ti vedi, le storie che ti sei raccontata per quasi quarant’anni di Vita. Le storie su di te a cui hai creduto, che sono arrivate dagli altri… Le storie che tu stessa hai creato su di te, cementificandole dentro di te. Lascia andare tutte queste storie… Lavora sulla tua identità. È molto probabile che parecchio di tutto il resto, anche nella comunicazione, si risolva da sé, spontaneamente.”

Ora, devo dirti che ho imparato a fidarmi di questi “flash”, che in momenti particolari mi hanno dato una direzione.

Credo che migliorare le mie abilità comunicative sia fondamentale… Anche perché i peggiori casini della mia Vita li ho creati, o comunque ingigantiti, io stessa, per pura, assoluta incapacità di comunicare le mie emozioni ed i miei stati d’animo, anche con le persone che più amo ed ho amato.

Nessuno me l’ha mai insegnato, caro Luca.

Nessuno mi ha insegnato, nemmeno, ad ascoltare i miei bisogni più profondi, e a rispettarli come la cosa più importante al mondo, e anche a pretendere che venissero rispettati dalle altre persone.

Sì, ne ho pagato il prezzo tutto intero, nessuno sconto: sia nelle relazioni, che nelle mie scelte lavorative.

Ora, però, posso sinceramente dire: “e per fortuna!” 🙂

Grazie ancora di cuore: a quarant’anni, anche grazie a MeLab, ho realizzato questa profonda verità.

B.”

Ora voglio lavorare su me stesso

“Io avevo già frequentato la prima edizione di MeLab ed è stato molto interessante, utile e coinvolgente.
In questa seconda edizione ho potuto approfondire argomenti con molte novità, cose
nuove molto interessanti, utili per la vita, per conoscerci meglio, essere più sicuri, saper controllare e gestire le emozioni e l’utilizzo del corpo.

Ora voglio lavorare su me stesso unendo il lavoro svolto nella prima con la seconda edizione con la forza mentale che accompagna il gesto cercando di scoprire nuovi particolari.

Una vita di gloria vale un momento di dolore.

N.”

Ritengo che tu debba essere informato…

“Ciao Luca,

[…] ritengo che tu debba essere informato di una cosa che ti riguarda direttamente.

Come ti avevo già rappresentato alla cena di fine corso, se dovessi descrivere le nozioni apprese durante le tue lezioni, sarei sicuramente in difficoltà. Peraltro qualcosa ho appreso ed è sorprendente quello che sta succedendo, dal momento che avviene senza sforzo, o ragionamento o pianificazione.

Sto cominciando a raggiungere i quattro obiettivi che mi ero prefissata nei mesi scorsi, ma è come se la cosa fosse stata decisa non da me, bensì da eventi esterni.

In realtà, sicuramente (ma è davvero curioso, non capendone la dinamica), la volontà di realizzarli proviene da me.
È come se gli altri, che mi chiedono di fare un quadro, sapessero che avevo bisogno di uno stimolo per ricominciare un’attività che comunque mi ero prefissata.

E allo stesso modo, il mio fisico stressato […], mi ha suggerito di ricominciare a correre, a realizzare cioè il secondo obiettivo.

E così anche il terzo obiettivo, che consisteva nel dimenticare una persona […], si sta piano piano realizzando, avendo io dirottato le mie attenzioni altrove, su persone incontrate in maniera assolutamente fortuita (o forse no..).

Sul quarto, ovvero la capacità di governare le emozioni negative, ci sto lavorando, ma mi sento un po’ più forte…

Ecco volevo dirti che, non so come, ma ciò che ho appreso dal tuo corso è molto più di quanto possa spiegare per concetti, e consiste – probabilmente – non tanto in una tecnica, quanto in uno stato d’animo leggero e di riconciliazione con quello che mi circonda… Che mi torna indietro per mezzo di stimoli esterni adeguati alle mie aspirazioni…

Grazie.

Ciao,

R.”

Nel gruppo ho imparato che…

“È finito MeLab.

Oggi è l’ultimo incontro di MeLab, mi dispiace perché mi è piaciuto moltissimo, ho raggiunto obiettivi molto importanti per la mia vita e ne sono grata al Dott. Bidogia Luca, che ha condotto questo laboratorio con passione, precisione e pazienza puntando su obiettivi ben determinati e al gruppo.

Alla presentazione del corso il Dott. Bidogia è stato convincente, al termine mi sono emozionata nel vedere come svolge il suo lavoro con molta dedizione, determinazione e ironia. Mi sono iscritta perché ho capito che questo corso di gruppo mi avrebbe portato al miglioramento personale. Il primo incontro è stato coinvolgente, ho conosciuto (omissis), ognuno con le proprie caratteristiche.

Durante questi 16 incontri ci sono stati momenti difficili e momenti entusiasmanti.

Nel gruppo ho imparato che:

  • Spesso per migliorarsi bisogna fare anche ciò che non piace (per esempio gli esercizi di mimica da me molto odiati)
  • Le esperienza personali sono delle risorse
  • Le emozioni vanno gestite e vissute. Per me quelle più importanti sono la felicità, la rabbia, la paura e la tristezza.
  • La comunicazione perché sia efficace deve avere un obiettivo da raggiungere.
  • Individuare 2-3 punti di riferimento è importante per raggiungere l’autostima.
  • Relazionarmi con gli altri è determinante (non devo chiudermi in me stessa ma confrontarmi)
  • Ho raggiunto il cambiamento personale anche con gli esercizi di meditazione e autoipnosi.
  • Comunicazione verbale e paraverbale

Ringrazio:

  • le Dott.sse che dietro le quinte con molta pazienza hanno aiutato il gruppo e il Dott. Bidogia.
  • Il Dott. Bidogia Luca che con la sua formazione e la sua passione mi ha trasmesso i principi di MeLab.
  • Il gruppo che ha partecipato al corso con impegno collaborando alle lezioni e rispettando le regole.

Arrivederci a settembre con un’altra avventura.

Principi di MeLab:

  • Empatia
  • Non giudizio
  • Impegno
  • Gratificazione
  • Libertà
  • Meditazione
  • Obiettivi
  • Cambiamento

M.”

MeLab mi ha cambiato molto

“Ciao Luca,

[…] Sto lavorando molto e con poco tempo per tutto.
Ma nonostante lo stress inevitabile dei rompi… Il MeLab mi ha cambiato molto… E di questo te ne sarò eternamente grato.

Ti abbraccio… A presto!

P.”

è stata una serata diversa

“Ieri è stata una serata diversa.

Per me è stato sentirmi tra affetti che si aiutano, a Natale. Una specie di quei film – favola.
Avrei voluto dire grazie a tutti, vi voglio bene.

Trovo che quel clima di pace attenta sia in sé un miracolo.

Un ottimo lavoro

“Caro Luca,

[…] Stai facendo un ottimo lavoro e soprattutto generoso…
Te ne sono grato e spero presto di poterlo significare personalmente!

Un caro saluto e a presto!

P.”

C’è chi ha fatto un nuovo logo e un documento rilegato

“MeLab corso di Miglioramento Personale”

“Ringrazio fin da subito Luca per avermi invitato in gennaio 2015 alla presentazione del nuovo corso di “miglioramento personale” MeLab. Lo scopo del corso e gli argomenti, presentati con professionalità e profusione di entusiasmo, mi hanno convinto subito e per questo mi sono iscritta seduta stante. Mi era persa un’occasione da non perdere. L’unica preoccupazione era quella di riuscire a parteciparvi e che si formasse un gruppo per iniziare.

In fondo, che non desidera il miglioramento personale?

Sono altresì grata ai carissimi colleghi di corso MeLab. […] ci siamo conosciuti man mano che il corso si evolveva e abbiamo formato un buon gruppo, in cui ognuno ha rappresentato un valido sostegno al mio lavoro personale ed io spero di aver fatto altrettanto nei loro confronti.

[…] Alle volte i pensieri affiorano alla mente e mettono insieme parole. Le parole, fintanto che rimangono chiuse nella nostra scatola cranica, continuano a rimescolarsi e rimpastarsi nel cervello. Il pensiero fatica la sua naturale formalizzazione. Le sensazioni rimescolano tutto, continuamente, ricreando traffico mentale, disordine e confusione. Ne deriva uno stato di insofferenza con il rischio di farmi intraprendere percorsi che non rispondono correttamente ai reali bisogni.

Ho maturato la consapevolezza che la prima comunicazione avviene con me stessa, nel silenzio della mente. […] Nel silenzio ci si dispone alla vera natura dell’ascolto e dell’osservazione.

Il processo comunicativo rappresenta un’opportunità straordinaria perché ci permette di creare comunità di persone pacifiche che possono costruire realtà condivise, a patto che la comunicazione sia coerente, concreta e non giudicante. Il luogo della comunicazione è il nostro corpo e ci parla in vari modi. È possibile promuovere una comunicazione efficace imparando a gestire ciò che lui sente. Si tratta di utilizzare delle tecniche […], esposte e sperimentate con esercizi di gruppo, che hanno trovato interesse e curiosità, sulle quali continuare ad esercitarsi.

Sono state molto utili le lezioni e il lavoro preparatorio al tema della comunicazione. La trattazione sui canali percettivi, l’allenamento alla loro osservazione e utilizzo, ri-conoscerli con discernimento ponendo l’attenzione su più dati possibili. Sapere quale canale percettivo si predilige e allenarsi a riconoscere gli altrui canali percettivi preferiti per utilizzarle come vere e proprie vie di comunicazione verso l’intesa […].

Le emozioni hanno un ruolo importante, ed è opportuno accettare la loro presenza come un assioma: “le emozioni esistono”. Negarle, reprimerle o rimuoverle provoca tensione, crea buchi neri, con il risultato di un dispendio di energie inconscio e dannoso. […] Ricavarsi il tempo per soffermarsi a riflettere ed osservare, sotto la guida esperta di Luca, questo non avviene né spesso, né facilmente. […] In modo spontaneo e imprevisto ho potuto liberare e vivere un’emozione che diligentemente avevo rimosso accantonandola da qualche parte nel mio corpo da molto tempo e che sentivo come negativa perché mi avrebbe causato sofferenza. Proprio il corpo l’ha ri-accolta e fatta riemergere.

[…] Ho la possibilità di raggiungere determinati obiettivi, posso potenziare le mie capacità e migliorare la qualità del mio tempo, a tali scopi adotto disciplina strutturando metodi e rituali quotidiani:

  • puntualità
  • riconoscere e promuovere felicità. Viverla appieno tutte le volte che si presenta
  • il tempo è valore
  • meditazione. Una mente calma ha la possibilità di essere più attenta e comprendere più cose.
[…] Volgendo al termine di queste riflessioni vorrei dire che la Cosa più importante che ho imparato è partire da me!

[…] Ho compreso e sento di aver iniziato una nuova strada. È questo che cercavo e grazie al corso l’ho trovato. Ho ritrovato l’energia della vita, ho recuperato sicurezza interiore, ho ritrovato la bellezza della mia unicità. Mi sento più forte. So come fare, ho gli strumenti. Mi lascio andare senza ragionamento, mi fido di me stessa e di ciò che il mio corpo racconta.

[…] Sento la gioia del divenire, che tutto cambia e che sono parte fondamentale di tale processo.

Spero in futuro di affinare sempre di più le mie capacità comunicative.

Mi sento di dire che ho raggiunto il mio obiettivo iniziale. Sono serena.

Ciò che mi resta maggiormente è la consapevolezza che nel corpo tutto avviene e che attraverso questo magnifico strumento tutto si concretizza, anche la felicità.

V.”

“Ho una domanda che mi frulla in testa da quando ho iniziato a leggerti e a vedere i video introduttivi al MeLab. Parli spesso di cosa noi dobbiamo aspettarci da questi incontri, ma quando e se avrai voglia di rispondermi, mi piacerebbe sapere cosa tu ti aspetti dal MeLab.

Ossia, che traguardo ti aspetti che le persone che vengono agli incontri raggiungano alla fine del percorso?”

B.”

Stralci da un video  🙂

“A me è piaciuto molto, soprattutto certe parti come comunicazione, linguaggio del corpo, le emozioni. Non mi piacciono gli schemi mentali, la mente, le organizzazioni, le psicologie, quelle sono cose che non fanno per me perché sono abbastanza pratico. Però il corso è stato bellissimo e molto utile. Lavorando a casa ti succedono delle cose con la meditazione e gli esercizi. Sono cose che quando accadono non te ne accorgi, ma riguardano le relazioni con gli altri e te stesso. L’importante siamo noi e quello che esprimiamo.” (N.)

“Io ho imparato a difendermi, l’autostima e ad avere più sicurezza in me stessa.” (M.)

“È stata una bella esperienza, non mi è pesata assolutamente, anzi. Io avevo fatto questo corso soprattutto per imparare a comunicare meglio e vincere un po’ la mia timidezza nel parlare in pubblico e vedo che qualche frutto c’è stato. Molte cose a casa non ho avuto il tempo di prenderle in mano, spero, appena arriveranno gli appunti e assieme al mio quaderno, di avere il tempo di rivedere molte cose viste. Una cosa che devo cercare di mettermi in testa è la gestione del tempo perché noto che non ho tempo per fare niente e penso che o sto gestendo male questa parte della mia vita oppure effettivamente  crescendo non ho più tempo per fare tante cose. Volevo condividere anche un’altra cosa riguardante l’ipnosi. Io per ipnosi intendevo sempre quella vista magari per tv invece tu mi hai detto che l’ipnosi non è proprio cosi, bisogna fare varie cose.” (G.)

“Per me è stato interessante l’aspetto dell’organizzazione del tempo perché mi rendo conto che quando ho tante cose da fare riesco a farne tante, quando invece ne ho meno spreco il mio tempo cioè mi lascio un po’ andare e quando poi passa il tempo mi ritrovo con le cose da fare; il mio sabotatore interno è come un diavoletto.
La gestione del tempo è una cosa su cui mi soffermo spesso a pensare soprattutto nel momento in cui mi sono data degli obiettivi diversi rispetto a prima  e sento che ho bisogno di più coerenza e mi rendo conto che non so farlo.
Credo che pensiamo sempre di essere in un modo, cioè ho capito questo finora nei miei 40 anni, ho capito che ho pensato sempre di essere in un modo o comunque ho voluto pensare di essere così ma in realtà mi sto accorgendo che sono fatta in altri modi e soprattutto che questo corso mi è stato utile per trovare strumenti, per me nuovi e diversi, per intanto capirmi e capire come funziono proprio perché alla fine funzioniamo in una maniera; a volte vivi, fai, vai al lavoro, torni a casa, lasci che il tempo passi ma non ti accorgi di come sei, del perché stai facendo una cosa in quella maniera e magari potresti farla in un’altra e verrebbe anche meglio e anche soprattutto nelle relazioni interpersonali fai così e poi ma perché hai reagito cosi? Perché hai detto questo? Perché non hai detto quello che pensavi veramente? Ma perché eri scontrosa mentre in realtà dentro di te non lo eri? Mi rendo conto che potrei vivere meglio. Questo corso è, non dico il coronamento perché sarebbe troppo, è il passaggio ulteriore rispetto a letture, conoscenze personali, incontri che ho avuto finora  e non è niente mai a caso, ne sono sicura, da Verona arrivare fino a qua, l’ho voluto l’ho scelto. Però sicuramente non è arrivato a caso. Quello che mi frenava era solo la classica paura della distanza ma poi ho detto “vado! Faccio!” allora ho fatto quella scelta che ti permette di  andare oltre la quotidianità, le paure organizzative (se faccio questo corso passa tutto il pomeriggio) però lo fai, scegli  e quando scegli, arrivi anche ad essere soddisfatta di te, in qualche modo… Perché  è stata una cosa importante, per me lo è stata molto, anche l’incontro con le persone: perché lavorare in gruppo mi dà molto. Lavorare da soli con una persona ha un significato, ha la sua valenza però secondo me anche lavorare in piccoli gruppi è molto importante perché c’è un’energia diversa, perché poi entri in contatto con le persone anche per la serenità delle persone e per la mia e ti incontri con dei modi di pensare e di vedere che sono diversi e magari li apprezzi. Mi è piaciuto molto. Poi il discorso degli obiettivi è stato molto importante; ora dovrei cambiare parecchie cose della mia vita una alla volta. Mi rendo conto che ho bisogno di allenamento perché mi rendo conto che finora ho perso abbastanza tempo, non perso ma l’ho vissuto male, avrei potuto viverlo meglio e questo un po’ mi dispiace però almeno me ne sono resa conto a 40 anni e non a 80.” (B.)