Questo articolo poco aggiunge su ciò che già è scritto da altre parti nel web sulla masturbazione infantile.
Vorrebbe solo fungere da monito sull’uso delle informazioni.

Qualche tempo fa, durante un colloquio con due genitori, mi viene posto il dubbio (di molti) su come intervenire di fronte al bambino che si tocca i genitali. Stavamo parlando di un maschietto di nemmeno 6 anni che si strofinava la patta dei pantaloni in più contesti (pubblici e privati, stressanti e piacevoli).
I genitori in questione raccontavano di relazionarsi al comportamento in modo consono al “MANUALE DEI BUONI CONSIGLI“.
Buoni consigli sulla masturbazione infantile che si trovano in molti altri psico-articoli e che si possono riassumere in:

  1. non allarmarsi, è una fase naturale dello sviluppo: finirà da sola
  2. non ingigantire il gesto e, quindi, non attribuire significati dell’adulto al mondo del bambino
  3. chiedere con garbo e naturalezza al figlio se c’è qualche motivo per cui si stia “toccando”, per valutare che la sensazione sia il piacere e non prurito, dolore o altro che richiederebbe una visita pediatrica
  4. promuovere l’acquisizione della norma sociale che prevede che la masturbazione sia cosa privata e, quindi, invitare il figlio a farlo quando è da solo (e con le mani pulite)
  5. rivolgersi a pediatra e psicologo se la cosa diventa eccessiva.

Ecco. La psicologia (che sul web è sempre più scienza affermativa e talvolta da punto esclamativo, piuttosto che restare scienza umile e da punto interrogativo) fa la morale :S

Certo, perché un bambino che si masturba è l’occasione per dire al senso comune e alla gente della strada che è solo la devianza alla loro moralità che fa percepire la cosa come problematica. Abbandonando questa “chiusura mentale”, si potrà facilmente desumere che l’atto autoerotico sia una fondamentale tappa di crescita.

masturbazione infantile

Mentre uno psicologo dice e scrive questo, migliaia di bisnonne ottuagenarie delle campagne italiane stanno dicendo alla figlia allarmata dal nipotino che si gratta le tasche “Ma cossa vutu preoccuparte, varda che bel che l’é! Vien qua pitusseto che zioghen a carte” (per i non veneti “Ma cosa vuoi preoccuparti, guarda che bello che è! Vieni qui pulcino che giochiamo a carte”).

Fondamentalmente è la stessa cosa detta dagli psicologi. Con di più, da parte delle bisnonne, l’intervento distraente nei confronti del nipotino onanista che interrompe l’azione :).
Si perché, il punto 4 dei buoni consigli lascia il dubbio di classificare come atto masturbatorio (quindi da fare in bagno o sotto le coperte) il gesto del proprio figlio. Questo magari è un anticipare un senso che per ora il bimbo non ha (vedi approfondimenti Veglia).

Quindi tra i buoni psico-consigli e la bisnonna, vince la bisnonna.

Però la psicologia aggiunge: “Masturbazione infantile?” Attenzione che la cosa non sia “eccessiva”.
Eccessiva rispetto a cosa?
Qual è il limite? È numerico, cioè la frequenza delle volte in cui il bimbo si strofina su qualcosa? Oppure la durata dell’atto? O il tempo di persistenza del comportamento misurato in mensilità?

Il limite è un limite morale.
Cioè cosa sia giusto o non giusto, tollerabile o non tollerabile per la cultura sociale di riferimento e per la nuova narrazione che in essa è mantenuta.

Un genitore che chiede consiglio lo fa perché percepisce l’atto come eccessivo, l’esperto lo valuta con gli strumenti di una “morale” differente e lo giudica non eccessivo. C’è poco di scienza e c’è poco da arrabbiarsi o scandalizzarsi se alcuni genitori hanno una morale molto diversa da quella proposta dalla attuale psicologia. Non solo per la masturbazione infantile.

Ma dato che cogliere la morale è utile affinché una storia acquisisca senso nell’indirizzare la realtà:

ps: Pillole  Strategiche  (ovvero)

Cosa fare quando un bambino si tocca proprio lì?

  1. parlate con vostra nonna, meglio se la invitate a pranzo la domenica (o andate da lei) e provate a chiederle che ne pensa
  2. se non va bene con la nonna bigotta scegliete l’altra (come dicono i 5 “buoni consigli”, l’obiettivo è quello di trovare il modo per pensare e comportarsi come se lo strofinarsi non sia un problema, ma una delle tante scoperte)
  3. non fate grandi discorsi alla bimba, che poi vi incartate e vi vengono fuori frasi senza senso. Volete che vostra figlia cresca senza problemi sessuali, che abbia consapevolezza del proprio corpo e delle sensazioni che ogni parte di esso può darle. Lasciate che sperimenti, senza sgridarla, dimostrare vergogna o imbarazzo. Vale anche per la distrazione: dev’essere naturale e, quindi, non tempestiva
  4. se è “eccessivo”, fermatevi e parlatene tra voi genitori. Cos’è questo “troppo”? Quale sarebbe il limite giusto? Indagate la vostra morale e valutate se è utile alla crescita di vostro figlio ai nostri tempi
  5. se non trovate una risposta certa e andate da uno psicologo. Se questo sarà coerente con la sua scienza, vi lascerà nel dubbio, lo approfondirà e vi farà apprezzare l’incertezza. Se poi la masturbazione è legata a stress, rabbia, vergogna o ad altre eccezioni moralmente disfunzionali, lo psicologo saprà valutarle ed intervenire
  6. il pediatra, è un medico che vedete spesso. Molti medici assieme a tanta esperienza e professionalità hanno anche tanto buon senso. Il pediatra vi aiuterà a capire se vi sono complicanze cliniche, se è solo una vostra preoccupazione o se è meglio rivolgersi ad uno psicologo.

questa è una pagina visitatissima: non siete soli!

Volevo farvelo sapere. E sebbene mi occupi di diverse problematiche legate all’infanzia è da questa pagina che vengo contattato più spesso per indicazioni e consigli: in giro ci devono essere dei bimbi arrapatissimi =)

Sessualità del bambino – spunti

Alexander S. Neill: “Se la madre prestasse alle attività orali del bambino la stessa virtuosa attenzione che presta alle attività genitali, il succhiarsi il pollice diventerebbe una caso di coscienza.” (da “Summerhill un’esperienza educativa rivoluzionaria”, Rizzoli, lo trovate anche in pdf)

Erving Goffman: “Ciò che è importante riguardo ai criminali – e altri desperados sociali come i bambini, i comici, i sabotatori e coloro certificati come pazzi – non è ciò che fanno o perché lo fanno… ma la luce che per contrasto la loro situazione getta su ciò che noi facciamo.” (Da “La vita quotidiana come rappresentazione” il Mulino)

Fabio Veglia: “I bambini usano la sessualità con intenzioni esplorative per conoscere il proprio corpo e quello delle persone dell’altro sesso, e orientano la loro ricerca sia verso i coetanei che verso alcuni adulti significativi. Sono interessati alle differenze morfologiche, alle funzioni dell’apparato genitale e al mistero del concepimento e della nascita. Durante l’esplorazione incontrano il piacere sessuale sia sul piano fisico che emozionale, lo organizzano in giochi autoerotici o in giochi sessuali condivisi tra coetanei, ma non lo orientano verso un investimento interpersonale. Non sono ancora capaci di integrare il sesso con le relazioni significative e con l’amore, e sono ben protetti dal rischio di collegare la sessualità con l’attaccamento e l’accudimento. […] Durante l’infanzia si preparano i linguaggi e le metafore, le grammatiche dei sentimenti e le mappe incorporate grazie alle quali, un giorno, gli stessi saranno narrati  e condivisi.” (Da “Sessualità e sviluppo: implicazioni psicopedagogiche, psicopatologiche e cliniche in età evolutiva”)