
La ricerca è condotta dal dott. Jeremy Coplan e dai colleghi del SUNY Downstate Medical Center, che hanno approfondito uno studio precedente (da questa pagina si può scaricare l’articolo in pdf).
La tematica è complessa, ma si potrebbe riassumere dicendo che: l’elevata preoccupazione in pazienti che soffrono di Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD) sia correlata positivamente con l’intelligenza, così come, in persone in salute, la bassa preoccupazione.
Quindi gli ansiosi preoccupati sarebbero intelligenti sopra la media, quanto le persone non ansiose e non preoccupate.
Il suggerimento implicito pare essere: “Se sei ansioso e vuoi essere intelligente (o viceversa) preoccupati molto! Se non hai questo disturbo… che ti preoccupi a fare? Vedi, appunto… sei intelligente” 🙂
Come in ogni ricerca neuro-psicologica, vi sono dei vizi epistemologici non ben risolti, ma lasciamo questi dubbi agli scienziati. (Sarebbe da approfondire, inoltre, come il significato del “mumble-mumble” della rimuginazione, sia allargato prima all’Ansia Generalizzata e poi all’intero concetto di ansia. Ma qui ci interessa sapere solo che non si stia parlando di Stress o Attacchi di Panico, né di Ossessioni o Compulsioni).
Vi sono due punti che questa ricerca mette in luce e che potrebbero avere un’influenza nel quotidiano:
- L’ansia ha avuto un’utilità nella sopravvivenza della specie.
- L’ansia e l’intelligenza sono entrambe correlate alla quantità di sostanza bianca del cervello (diciamo che è il materiale di supporto).
E’ vero, messe così non sembrano vicine al nostro quotidiano.
Il punto 1: Ansia e sopravvivenza
La sopravvivenza della specie è dovuta anche al fatto che individui altamente preoccupati (anche per cose improbabili) abbiano messo in atto comportamenti tutelanti, preservando se stessi. Tra questi individui ci sarà la scimmia antropomorfa che si ingegna una palafitta per evitare improbabili attacchi notturni e l’ominide che si rinchiude nella caverna aspettando che il resto del gruppo gli porti da mangiare. Quello che si prepara alla caccia, studiando ogni minimo dettaglio, e quello che rimane impietrito alla sola idea di allontanarsi dal fuoco.
Tutti preoccupati eccessivamente, agiscono eccessivamente. Chi si muove, chi sta fermo.
Il punto 2: Ansia e Intelligenza e… Cervello
L’intelligenza, nello studio di Coplan come in altri, è associata ad una maggiore “connettività” dell’attività cerebrale: più sostanza bianca corrisponde ad un ambiente più vantaggioso per i neuroni, che possono, quindi, comunicare di più e più velocemente tra loro.
Immaginiamo che i neuroni siano dei grandi palazzi commerciali o delle grandi aziende produttive. Più elevate saranno le strade e le infrastrutture che favoriscono la comunicazione e il passaggio di merce tra queste costruzioni, più il paese sarà ricco di informazioni, denaro…e “intelligente”. La metafora funziona. Ma …
Più connettività = Più intelligenza ?
No. Le strade di quel paese potrebbero avere una viabilità pessima, un’infinità di incroci pericolosi ed essere trafficatissime. Il risultato sarebbe che in alcune aree ci sarebbero degli ingorghi e in altre il deserto, in alcuni momenti lo smog sarebbe elevato, in altri le strade sarebbero vuote.
Oppure la viabilità potrebbe essere perfetta, ma i mezzi di trasporto avere carichi errati. In questo caso il risultato sarebbe che la merce si muoverebbe velocemente da un lato all’altro della città, ma non nelle destinazioni desiderate.
Così la velocità di pensiero non è sempre intelligenza.
Ma è bene dire che la velocità di pensiero può essere un’enorme risorsa per l’intelligenza. E’ bene assegnare alla velocità di pensiero, la creatività, l’entusiasmo, l’ardore, la curiosità… e se qualche volta i pensieri s’affollassero, in un vortice di idee differenti, battiti cardiaci, colpi di clacson, urla sorde e occhi sbarrati, allora ben venga anche l’ansia, che più cerchi di controllare, più ti controlla. E allora che c’è di male se a volte anche i veloci ed intelligenti si lasciano controllare dagli eventi?
Sull’ansia vedi anche:
Ansia e Intelligenza (part 1) ci sono anche degli spunti per affrontare l’ansia 🙂